Via alla manovra e al rialzo delle stime sul Pil. Dopo due ore di consiglio, i ministri hanno approvato il Documento di economia e finanza (Def), insieme al Programma nazionale delle riforme e alla manovrina da 3,4 miliardi per correggere i conti, in accordo con la richiesta Ue. Contestualmente, il governo ha rivisto leggermente al rialzo la crescita dell’anno in corso. La nuova stima del Pil è pari a 1,1% contro l’1,0% stimato finora.
Pil in rialzo
«Il governo ha dato il via libera- all’unanimità- al Def, al Pnr, al decreto che contiene diversi interventi di crescita e sviluppo tra cui la correzione di bilancio e ha condiviso un piano di investimenti che sarà tradotto in un decreto nei prossimi giorni». Così il premier Paolo Gentiloni al termine del Consiglio dei ministri convocato per approvare il Documento di programmazione economica e finanziaria. Il governo rivede leggermente al rialzo la crescita dell’anno in corso: +1,1% contro l’1% stimato finora. Il Prodotto interno lordo crescerà invece dell’1% nel 2018 (rispetto alle stime di +1,3%) e altrettanto nel 2019 (quando era dato al +1,2%), «con un’impennata poi nel 2020». Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, parlando di «previsioni conservative che auspicabilmente saranno riviste verso l’alto». «Avremo sorprese positive, questa è la mia convinzione», ha aggiunto, spiegando che i numeri sono quelli attuali per una «stance politica fiscale molto stringente». Da registrare anche la riduzione del deficit: «C’è una curva di riduzione del deficit dal 3% del 2014» e dal 2,3% dello scorso autunno «al 2,1% che presumibilmente ci sarà quest’anno». Il rapporto debito-Pil si stabilizza attorno al valore dell’anno scorso, ma «i numeri saranno disponibili domani».
La crescita
Il ministro Per Carlo Padoan assicura che il paese va «verso una crescita più solida, sostenibile e inclusiva» da rafforzare proseguendo con le riforme. Ottimista anche Gentiloni: «Il Def registra una crescita, questa progressione dice la strada che abbiamo seguito in questi anni e che continuiamo a seguire».
Pubblico impiego
Il Documento di economia e finanza prevederà altri 2,8 miliardi di euro da stanziare per il pubblico impiego per arrivare ad un aumento contrattuale medio di 85 euro nel 2016-2018. «Il Governo mantiene gli impegni presi con l’accordo del 30 novembre sia nel contesto giuridico che economico-finanziario», spiega il sottosegretario alla Pubblica amministrazione, Angelo Rughetti, per rassicurare subito la Cgil pronta alle proteste. Poi arriva anche la conferma della ministra della Pa, Marianna Madia: «Il governo conferma l’impegno economico di 85 euro medi sul rinnovo dei contratti della PA».
Il benessere? Si misura
Entrano gli indici del benessere nella programmazione economica. C’è anche la diseguaglianza. L’Italia è il primo paese a includerli. «Un elemento di novità nel Def riguarda il benessere e l’inclusione sociale, con il concetto di benessere equo e sostenibile come parte integrante della strategia economica- sottolinea Padoan- con un primo set di quattro indicatori di come gli obiettivi di benessere sono sostenuti dalle politiche del governo. L’Italia si trova in buona posizione per dire che non solo si pensa alla crescita ma si fanno politiche che migliorano il benessere e l’inclusione sociale».
Niente nuove tasse
«Abbiamo i conti in ordine e li abbiamo non aumentando le tasse, ma con misure di risanamento che si accompagnano a misure di sviluppo e di accompagnamento alla crescita», ha sottolineato Gentiloni. Anzi, «è intenzione del Governo continuare nel solco delle politiche economiche adottate sin dal 2014, volte a liberare le risorse del Paese dal peso eccessivo dell’imposizione fiscale al tempo stesso gli investimenti e l’occupazione, nel rispetto delle esigenze di consolidamento di bilancio», si legge nel comunicato diffuso da palazzo Chigi.
Manovra di rilancio
Accanto al Def il consiglio dei ministri ha approvato la manovra correttiva da 3,4 miliardi promessa all’Europa. «È un aggiustamento pienamente strutturale, che realizza i 3,4 miliardi nel 2017 e un ammontare superiore per gli anni successivi», ha detto Padoan.
Lotta all’evasione
«L‘aggiustamento dell’0,2% è ottenuto con l’efficientamento della gestione tributaria, con misure di lotta all’evasione validate dall’Ue e con misure solo in parte di tagli di spesa». E secondo gli obiettivi del governo, sarà proprio il contrasto all’evasione uno dei punti chiave della strategia evitare le «clausole di salvaguardia», tuttora previste per il 2018 e il 2019, che altrimenti, per coprire i vincoli Ue di bilancio, farebbero scattare l’aumento automatico dell’Iva per reperire risorse. Nel 2017 scadevano clausole di salvaguardia per 19 miliardi, che scattando avrebbero fatto aumentare l’aliquota IVA ordinaria dal 22% al 25% e quella sui beni primari dal 10% al 13%. Renzi ha chiesto e ottenuto che tali clausole fossero rinviate di un anno, guadagnando dodici mesi di tempo, ma durante i quali dovranno trovarsi le risorse necessarie per evitare una stangata fiscale.
Le privatizzazioni
Uno dei punti a cui il ministro Padoan teneva particolarmente erano le privatizzazioni: restano, ma gli obiettivi sono ribassati: i proventi per il 2017-2020, che a settembre erano stati fissati nello 0,5% del Pil, sono stati rivisti al ribasso allo 0,3% . «Nel piano nazionale di riforma vengono ribaditi i pilastri dell’agenda di riforme strutturali del governo con la contrattazione decentrata, la legge sulla concorrenza, la lotta alla povertà, le privatizzazioni, oltre che le riforme di giustizia civile e amministrative importanti per la crescita», ha assicurato Padoan. «I numeri sulle privatizzazioni sono confermati: troveremo il modo e i canali, anche originali, per gestire questo aspetto che è di molteplici benefici non è solo la riduzione del debito ma anche efficienza di gestione finanziaria e delle imprese». Un’ipotesi all studio prevede il conferimento a Cassa depositi e prestiti (Cdp) di partecipazioni per almeno 20 miliardi, secondo una fonte a conoscenza del dossier. Ma Padoan non si è sbilanciato sul ruolo di Cassa depositi e prestiti: «Nel Def c’è l’impegno, sugli strumenti nuovi» sono state scambiate delle idee «con obiettivo di tornarci a breve sopra con l’impegno di prendere eventualmente decisioni concrete».Il Tesoro attualmente possiede il 23,58% di Enel, il 4,34% di Eni, il 29,26% di Poste Italiane oltre al 30,20% di Leonardo e al 53,37% di Enav.
La spinta ai trasporti
Il Piano nazionale per le riforme (Pnr), una sezione del Def, prevede investimenti per 47,5 miliardi al 2032. «una prima tranche da oltre 25 miliardi è già pronta per essere allocata sulla programmazione infrastrutturale con i contratti di programma di Rete ferroviaria italiana e i grandi valichi, dal Brennero al Terzo Valico- anticipa il ministro dei Trasporti Graziano Delrio- Poi 9 miliardi andranno a Rfi e un’altra parte per le reti ferroviarie regionali. Un’altra fetta degli investimenti servirà al contratto di servizio con l’Anas a cui vanno oltre 5 miliardi per il completamento delle direttrici e il completamento di itinerari e messa in sicurezza del Paese».
Il reddito di inclusione
Varo del reddito di inclusione, come «misura universale di sostegno economico ai nuclei in condizione di povertà»; riordino delle prestazioni assistenziali; rafforzamento e coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali, «finalizzato a garantire maggiore omogeneità territoriale nell’erogazione delle prestazioni». Sono gli interventi previsti nel piano nazionale delle riforme, parte integrante del Def, per combattere le diseguaglianze.
Il passaggio in parlamento
L’approvazione in Cdm è solo la prima parte. «La discussione è stata fluida, collaborativa nel governo e le decisione prese saranno discusse in Parlamento, non c’è un altro luogo in cui vengono discusse. Io lo reputo un risultato importante per l’azione di governo», ha sottolineato Gentiloni.
http://www.corriere.it/economia/cards/def-via-libera-governo-pil-rialzo-11percento/pil-rialzo_principale.shtml